Il titolo apparso su Wall Street Italia il 21 dicembre scorso e' lapidario:
“Senza vergogna: UE ha regalato alle banche il 13% del PIL.”
L'articolo spiega che mentre l'economia reale non riesce ad ottenere credito
per lo sviluppo, l' Unione Europea, grazie all’opera della BCE, avrebbe
"rimpinguato" di ben 1600 miliardi di euro le casse dei Banchieri,
“privilegiati del sistema Europa”.
Fortunatamente si specifica che il 60% di questi finanziamenti e' stato
"divorato" da Gran Bretagna, Irlanda e Germania per cui almeno il
sistema bancario italiano, se non può considerarsi assolto, può almeno invocare
le attenuanti generiche.
Tale somma è, in prevalenza, l'ammontare dei finanziamenti ricevuti dal
sistema bancario nel periodo 2008-2011, operazioni di rifinanziamento a tre
anni (LTRO - Long Term Refinancing Operation) concesse alle Banche, ad un tasso
agevolato, dietro costituzione di collaterale di pari importo in garanzia.
Per accedere a tali operazioni straordinarie, infatti, le Banche hanno
depositato presso la Banca Centrale Europea assets di proprietà costituiti da
obbligazioni, Titoli di Stato o garantiti.
Il tasso fisso applicato, pari all’1%, fu considerato molto aggressivo ed un
banchiere tedesco definì, all’epoca, tali operazioni “money for free”; questa
espressione deve, forse, essere riconsiderata.
A fine 2012, i tassi ad un anno sul mercato interbancario hanno chiuso ad un
livello di 0,54% per cui diverse sono le Banche che stanno valutando il
rimborso anticipato dei prestiti ricevuti e c’e’ stato già un annuncio in tal
senso da parte di una banca internazionale.
Al di la dei toni coloriti dell’articolo, è evidente che non c’e’ stato
nessun “regalo” e che nessuno ha “divorato” niente.
La Banca Centrale Europea, assolvendo al proprio compito di regolatore, ha
esclusivamente azionato le leve di cui dispone per immettere liquidità nel
sistema al fine di contrastare una pericolosa crisi di liquidità
Sarebbe utile, a questo punto, domandarsi cosa sarebbe accaduto se la BCE
avesse esitato, evitando di intervenire con decisione e tempestività.
Forse le Banche, pressate da esigenze di liquidità, sarebbero corse a
liquidare i portafogli di proprietà, riversando sul mercato massicce quantità
di titoli, in prevalenza governativi, producendo un vero e proprio terremoto
sui mercati.
Lo spread si sarebbe impennato fino a valori a tre cifre, con disastrose
conseguenze per il sistema bancario, il risparmio, le imprese e le famiglie.