venerdì 31 maggio 2013

Banche: aumenta il Patrimonio ma crollano gli Utili.

L'ABI - Associazione Bancaria Italiana ha reso noto il rapporto sui bilanci 2012 dei primi 39 gruppi Bancari Italiani. 
I dati mostrano un aumento della patrimonializzazione dei nostri Istituti ma, al tempo stesso, assistiamo ad un crollo verticale della redditività che si riduce anche in confronto al già modesto livello dell'anno precedente.
Il ROE - Return on Equity, indice che misura la redditivita' al netto delle componenti straordinarie, passa dal 2,38% del 2011 allo 0,47% del 2012, mentre l'utile consolidato e' sceso dell'80%, passando da 5 ad 1 miliardo di euro.
Purtroppo il sistema bancario risente pesantemente di due elementi; il rischio sovrano, che sta rendendo difficile e costosa la raccolta a medio-lungo termine, e la prolungata recessione, che sta provocando un aumento delle insolvenze di famiglie ed imprese.
Le sofferenze ed i crediti dubbi sono passati nell'anno da 16,7 a 26 miliardi di euro, costringendo le Banche ad un forte irrigidimento dei criteri di analisi e di selezione del credito.
Per fronteggiare la riduzione dei profitti, gli Istituti di Credito hanno operato per ridurre i costi di gestione ed aumentare l'efficienza gestionale; le spese amministrative sono diminuite del 2,2% e quelle del personale del 2,7%.
Gli effetti di questa politica di austerità' si sono concretizzati in oltre 900 sportelli chiusi ed in una riduzione degli organici di circa 10.000 unità.
Questi dati evidenziano le difficoltà del sistema bancario che, oltre alle problematiche sopra riportate, soffre il peso di una crescente burocrazia e sostiene, senza corrispettivo, i costi necessari a fornire allo Stato l'indispensabile assistenza, a titolo di esempio, nel contrasto ai reati contro il patrimonio, alla lotta all'evasione fiscale, al riciclaggio.
La scarsissima redditività deve poi essere vista come un problema dell'intero sistema economico. 
Ai livelli attuali non c'e' nessuna possibilità di patrimonializzare ulteriormente gli Istituti di Credito in quanto nessun investitore è disposto a finanziare investimenti con una redditività inferiore al mezzo punto percentuale.
E' indispensabile pertanto che, unitamente a tutti gli sforzi per uscire dall'attuale recessione, si tenga conto delle difficoltà del sistema favorendo, anche mediante semplificazioni e l'eliminazione di inutili incombenze, il ritorno ad una redditività accettabile.
Solo in questo modo le Banche potranno attirare quei capitali necessari alla crescita ed allo sviluppo dell'apparato produttivo del paese.


domenica 19 maggio 2013

Le proprietà Taumaturgiche dei Finanziamenti della Banca Centrale Europea.

Con il passare degli anni le certezze giovanili lasciano sovente il posto ai dubbi dell'età matura e talvolta, senza preavviso, si imparano cose nuove che mettono in discussione anche le più granitiche convinzioni.
Alcune sere fa, durante una nota trasmissione televisiva, un consesso di importanti politici, tra cui un ex ministro della repubblica, e giornalisti di fama discutevano di temi economici ed i telespettatori hanno avuto la possibilità di apprendere che "i finanziamenti della BCE sono serviti a ricapitalizzare le banche".
Ricapitalizzare significa essenzialmente ricostituire, dopo una diminuzione, il capitale di un'impresa con nuovi conferimenti, con l'accantonamento di utili o con altri provvedimenti.
A meno che negli "altri provvedimenti" non rientrino i finanziamenti della BCE, non è facile comprendere come l'assunzione di un debito da parte di una banca si possa tradurre, per la stessa, in "nuovi conferimenti o accantonamento di utili".
Rimanendo in tema, i partecipanti al "Talk Show" si sono largamente intrattenuti sui motivi per cui, al momento, non si vedono effetti di questa liquidità sull'economia reale ed anche sul "quando" le imprese potranno beneficiare di queste "ricapitalizzazioni".
La risposta alla prima parte di questi interrogativi sta nella tecnicalita' stessa dello operazioni mentre per la seconda parte l'unica risposta ragionevole e' "mai".
I finanziamenti concessi dalla BCE alle Banche sono di norma assistite da "collaterale"; in pratica, per ottenere un euro in prestito la Banca deve depositare in garanzia il controvalore di un euro o poco più in titoli cosiddetti "eligible", cioè "graditi".
Pertanto, una Banca che volesse effettuare nuovi prestiti alla clientela attingendo alla liquidità fornita dalla BCE dovrebbe prima essere provvista delle disponibilità necessarie per acquistare i titoli da offrire in garanzia; ma  se la Banca avesse tali disponibilità non avrebbe bisogno di accedere ai finanziamenti BCE.
Non sembra quindi questa la strada giusta per finanziare nuove iniziative.
Per finanziare le imprese occorre che le banche aumentino la raccolta da clientela, nelle varie forme tecniche, e che si rimetta in moto il mercato dei depositi interbancari che, negli ultimi anni, ha visto un progressivo crollo dei volumi.
Per far ciò è indispensabile che ritorni la fiducia nel sistema bancario.
Gli Istituti di Credito devono adoperarsi per costruire con il cliente un rapporto nuovo basato su correttezza, lealtà, efficienza e collaborazione, gli utenti devono selezionare e scegliere il banchiere sulla base di correttezza e competenza, evitando tuttavia di prestare ascolto a tutti coloro che hanno costruito un'attivita' sulla denigrazione delle banche.
Occorre ricordare che il sistema bancario italiano ha resistito meglio di altri alla crisi, non ha richiesto  interventi di salvataggio e continua faticosamente a supportare il sistema produttivo.
Un ritorno alla fiducia potrà invertire la spirale che sta affogando il sistema, consentendo una ripresa dell'attività creditizia e, di conseguenza, un aumento delle risorse finanziarie disponibili per il sistema produttivo.